VISITA A PREMILCUORE

Sabato, 11 Ottobre 2014

L’11 ottobre abbiamo visitato Premilcuore: il Sindaco Marco Menghetti ci ha accolto in una sala gremita dagli oltre ottanta visitatori. Tanti i Maestri del Lavoro con famigliari ed amici: erano presenti anche due numerosi gruppi quelli di Alatel/Anla FC e del Gruppo Seniores Electrolux-Zanussi di Forlì. Singolare e bizzarra gente, quella di Premilcuore: ti aspetta, paziente e mansueta come buoi nella stalla, al Centro Visite; silenziosamente ed in gran segreto ti attende fuori con la banda ed i suoi “s-ciocadur”(altrove, “s-ciucarèn”, i maghi della frusta). Da non credersi: “La Gramadora” di Spallicci,  un pezzo di un nativo del luogo scomparso due anni fa. Chi lo sa fa fatica a far finta di niente. Sappiamo anche  che i “mansueti” che ci circondano e ci accompagnano verso la piazza sono gli stessi, grifagni, sterpigni e rubestici (neologismo nato qui) che camminano rasentando i fossi che, se piove e dice sul serio, gonfiano, tirano e scaricano con veemenza nel Rabbi. Pare impossibile che anche qui ci siano smartphone, Facebook,  banda larga e un accidente che ti spacca (espressione per non essere volgari) eppure è vero: Tweet e rovzol (i ganzi oggi  dicono raviggiolo); Wahtsapp e salame. E funghi e tartufo e boschi e viottole e gorghe e cascate. Lungo quei fossi incontri l’orgoglio e la fierezza che attraversano lo sguardo talvolta arcigno degli indigeni. Che di arcigno, o di protervo, non ha niente perché, concludendo, è unicamente “timidezza”. Basta aspettare, lo dimostreranno. I MdL, in piazza, dopo aver sostato alla chiesina del Mogio, sulla torre dell’orologio. Ne scendono un po’ frastornati ma, sotto le logge chè non si sa mai piova, fanno comunella con i premilcuoresi (dovremmo  dire che “socializzano”). Rovzol da un chènt, salam da cl’etre, due chiacchere, “Molto piacere…”, “…a Cesena venivo a mietere…”, “…ho fatto il militare con uno di Montalto…”, “…anch’io sono un montanaro… “ (fai vedere le scarpe!), “…quanti abitanti fa Premilcuore?”.

Il tempo, bucaiolo (tributo alla Toscana chè qui non è ancora finito il bottiglione e c’è già il fiasco e non so più se sono bischeri o pataca), passa e, dopo un pranzo come dio comanda e un altro lungo bighellonare, i ragazzi di Forlì e Cesena salutano e se ne vanno. Alcuni, hanno detto, torneranno. Facile: fra rotonde, bretelle, tangenziali e curve addirizzate andare a Premilcuore è un attimo. E non si vomita.

“Torna…” sembrano dire i mansueti/grifagni “… quest’altra volta ti faccio vedere il Ponte Nuovo chè ce l’abbiamo solo noi… e se non ti basta ti faccio vedere il mulino di Fiumicello e se non ti basta, di ritorno, ti faccio vedere il palazzo Giannelli e se non ti basta ti faccio vedere la Pieve e se non ti basta ti faccio i tortelli “nella” lastra, e se non ti basta ….   Sì, toccherà tornarci a Premilcuore.

Almeno per ringraziare Marco, quel ragazzino di Sindaco, la Federica del Comune, la Barbara della Pro Loco, Gianluca Brusi e la sua storia che è la nostra storia. Sì, toccherà tornarci.