ASSEMBLEA DI BILANCIO - DOVADOLA 25 -05-2013

Sabato, 25 Maggio 2013

FA DIESIS

… e ti accorgi che le acque
limpide e lente del Montone solcano la terra di Dovadola attraversandola e
spaccandola a metà.

…e ti senti un po’a casa tua
perché il Rabbi spacca allo stesso modo il tuo Premilcuore in “di qua” e “di
là” dal fiume”.

Già più sereno stringi mani,
saluti. Sorridi. Dapprima a salve poi, viste le facce di gente perbene,
semplice, umile, più convintamente.

Alzi la mano, approvi il
bilancio, lui pure semplice,  che ha
redatto il Console.

Applausi.

Poi ascolti il Sindaco che
tiene una breve concione e stringata e ferma sulla dignità del lavoro che,
oggi, puoi sentire solo dal Papa. O da un sognatore.

Fa freddo. Piove. Forte.  Gradini ripidi, si apre la chiesetta di
S.Antonio e S.Gennaro;  Zelli, sempre
lui, ti racconta dei Guidi. Ti viene in mente “…cui tenner Guidi e Malatesta,
cui tenne il Passator cortese…”. Già, “Romagna solatia…” che, se ti scuoti, ti
scrolli di dosso. Dai vestiti, dalle membra, dai pensieri, tanto ne sei
imbevuto. Che lasci se ti sporgi; per cadere in Toscana, che abbracci se ti
affacci.

E  piombi in un presepe, la bottega di Foscolo
Lombardi,  tu e gli altri statuine fra le
sue viole, i suoi violini. Ti appoggia all’orecchio un pezzo di abete rosso, lo
batte con un martelletto e ti dice che quello che senti è un Fa Diesis. Come
faceva suo padre con lui: riconoscere una nota da un colpo inferto ad un legno.

Ti verrebbe da chiedergli
quando salterà fuori Pinocchio.

Azzardi, e gli racconti di
come tuo babbo, calzolaio, riconoscesse le donne dagli uomini, le scarpe fatte
da lui o meno, dal suono  delle suola per
terra.

Rincasi: come hai mangiato al
ristorante, quanto tu pensi di non meritare l’Onorificenza è ininfluente…   

                            Mario Ulderici neo Maestro  - Visita a Dovadola 25 maggio 2013