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VISITA ALLA CHIESA ED AL MONASTERO DI SAN FERMO
Martedì, 26 Marzo 2019
Il complesso di San Fermo, forse poco noto al grande flusso turistico, vuoi per la sua posizione defilata dalla Città Alta e dal centro nevralgico di Bergamo bassa è stato la meta della visita di un gruppo di Maestri e amici del nostro Consolato.
Accompagnati dalla guida Rossella Ferrari, i partecipanti hanno potuto ammirare gli interessanti interni della Chiesa dove sono presenti alcuni affreschi risalenti al 400 e, a testimonianza di un passato pre-cristiano, alcune murature di epoca romana ed una cisterna visibile al centro della navata, coperta da un vetro oltre ad un enorme sarcofago che originariamente ospitò le reliquie dei Santi Fermo e Rustico. Oggi visitare San Fermo significa infatti entrare in una complessa stratificazione storica, artistica, religiosa e sociale.
Ma perché la chiesa è dedicata ai santi Fermo e Rustico l’ha raccontato la guida Rossella con dovizia di particolari. La tradizione narra che Fermo, appartenente alla nobile famiglia bergamasca dei Crotta e l’amico Rustico furono testimoni del martirio del loro maestro sant'Alessandro, patrono della città di Bergamo, e di molti altri cristiani. Anch'essi si convertirono al Cristianesimo e si impegnarono a diffondere il Vangelo, benché l'imperatore romano d'occidente, Massimiano Erculeo, incoraggiasse a perseguitare i cristiani. Sarebbero stati martirizzati a Verona, poi sepolti a Cartagine. Qui le loro spoglie sarebbero state riscattate durante il regno longobardo da Annone, vescovo di Verona, e portate nella chiesa di San Fermo Maggiore in Verona con grande solennità. Un gruppo di mercanti bergamaschi, pensarono bene di andare fino a Verona per recuperare le spoglie e dar loro sepoltura a Bergamo a San Fermo, per l’appunto. E fu in questo luogo che l’11 maggio 1155 una donna di nome Selvatica, ritenuta da tutti indemoniata, sedutasi inconsapevolmente sul terreno sovrastante il sarcofago, sarebbe guarita. Fu così che fu ritrovata l’urna con i corpi di San Fermo e Rustico, dalla quale pare sgorgasse un’acqua trasparentissima e ritenuta miracolosa. Il vescovo del tempo Gherardo, decise pertanto di far erigere in questo luogo una chiesa che ne custodisse le reliquie ed un complesso monastico di suore Benedettine. L’attestazione più antica dell’esistenza di un monastero è contenuta in una pergamena datata febbraio 1156.
Le reliquie rimasero in questo luogo fino all’anno 1575, anno in cui San Carlo Borromeo in visita pastorale alla Chiesa di Bergamo, ritenendo che il luogo fosse troppo esposto ai pericoli, ordinò il trasferimento delle suore al monastero di San Benedetto in città e delle reliquie dei Santi in Cattedrale in Città Alta dove tutt’oggi si trovano.
Una bella esperienza questa visita, complice il coinvolgente racconto dell’abile guida Rossella che, con il suo entusiasmo, ha portato il gruppo a scoprire dei dettagli storici non a tutti noti.
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