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Babbo Natale smemorato
Mercoledì, 06 Gennaio 2016
racconto di Nonna Azzurra
BABBO NATALE SMEMORATO
Anche lassù, al polo nord, dove tutto è sempre bianco e ghiacciato si respirava un’aria festosa.
Era la vigilia di Natale e tutti gli animali che abitano in quella terra lontana, in qualche modo avrebbero festeggiato il Natale.
Scese la notte e sembrava meno fredda e meno buia perché la illuminavano tante stelle.
Laggiù in un igloo qualcuno dormiva.
Il trillo della sveglia lo fece sobbalzare e lo strano vecchio si stiracchiò e borbottò tra sé: << Oh che bella dormita mi sento proprio in forze, ma che giorno è oggi? Mi sembra che dovrei fare qualcosa, ma che cosa? Io non mi ricordo>>. Si specchiò nello specchio, si guardò il pigiama, si grattò lo testa, e disse << non mi riconosco, ma io chi sono? E’ molto freddo, quasi quasi, ritorno a letto al calduccio>>.
Ai piedi del letto c’era il sacco delle letterine e il grande vecchio le guardò e disse <>.
Intanto i folletti che lavorano nella fabbrica di giocattoli di Babbo Natale, avevano preparato la slitta ed erano preoccupati perché Babbo Natale non arrivava.
Il loro capo, allora prese il vestito di Babbo Natale e glielo lasciò vicino alla porta che era ancora chiusa e andò via.
Babbo Natale che aveva sentito del movimento, aprì la porta e portò dentro il vestito. Indossò la giacca rossa, i calzoni, gli stivali, il cinturone, il berretto, si attaccò la barba bianca e guardandosi allo specchio esclamò << ma io sono Babbo Natale e sono in ritardo>>.
Andò dalle renne per attaccarle alla slitta ma loro dormivano. Provò a svegliarle ma quelle dormivano. Diede loro un calcetto, niente, e gli buttò una palla di neve. Non si svegliavano.
Babbo Natale capì che quella era una magia della Regina delle nevi che abitava in un castello di ghiaccio, girava su una slitta bianca tirata da sei cani bianchi ed era invidiosa di Babbo Natale, tanto amato dai bambini, mentre di lei avevano paura perché aveva il cuore di ghiaccio e per questo non era buona.
Tutti gli anni inventava qualcosa per non far partire Babbo Natale.
Una volta aveva messo un enorme blocco di ghiaccio davanti all’igloo per non far uscire Babbo Natale, ma gli orsi polari l’avevano spostato. Un’altra volta aveva incupito il cielo con tante nuvole che promettevano tempesta ma i cani abbaiando avevano avvisato Babbo Natale che era partito in gran fretta.
Babbo Natale andò al castello e pregò la regina di svegliare le renne ma lei rideva. Lui la minacciò di accendere un gran fuoco per far sciogliere il suo castello, ma lei gli rispose che avrebbe fatto nevicare ed il fuoco si sarebbe spento.
Babbo Natale non sapeva proprio come fare. Gli venne una idea. Prese il sacco delle letterine che aveva ricevuto dai bambini e lo vuotò davanti al portone del castello.
La regina delle nevi scese e prese in mano una letterina e cominciò a leggerla. Ne prese un’altra e la guardava, era bella, scritta bene, e lei non ne aveva mai ricevuta una.
Proprio nel petto, là dove c’è il cuore, cominciò a sentire un palpito. C’era una letterina azzurra, lei la prese e lesse <>.
Il cuore della Regina delle nevi cominciò a battere forte forte e non era più di ghiaccio.
Lei corse dalle renne e le svegliò; pensò lei stessa ad attaccarle alla slitta. Babbo Natale vi salì e sparì tra le nuvole.
La Regina delle nevi gli gridava << Arrivederci! Buon viaggio! >> Poi si ritirò nel suo castello per aspettare il ritorno di Babbo Natale.
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