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48° CONVEGNO REGIONALE DELLA TOSCANA
Giovedì, 02 Luglio 2015
6 GIUGNO 2015 - FIRENZE - PALAGIO DI PARTE GUELFA
Si è svolto a Firenze in Palagio di Parte Guelfa il 6 Giugno 2015 il 48° Convegno regionale toscano dei Maestri del Lavoro, organizzato dal Consolato Provinciale di Firenze.
Il convegno si è aperto con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Santa Maria Novella officiata dal Vescovo Emerito di Prato S.E. Gastone SIMONI.
Dopo la Messa gli accompagnatori, guidati da Maestri del Lavoro fiorentini, hanno potuto visitare la Galleria degli Uffizi ed il Museo di Santa Maria Novella. I partecipanti al Convegno sono convenuti invece al Palagio di Parte Guelfa nel centro di Firenze.
Erano presenti per la Federazione Maestri del Lavoro dìItalia il presidente Amilcare Brugni, il segretario generale Silvio Manfredi, il console Regionale Alberto Taiti, il console provinciale di Firenze Bruno Barbugli (organizzatore dell’evento), il vice presidente emerito Bruno Corsinovi, il vice presidente per il centro Rolando Ceccotti, il consigliere Nazionale Gianfranco Di Grazia e tutti i Consoli provinciali o loro rappresentanti.
Le istituzioni erano rappresentate dalla dott.ssa Cecilia Del Re, consigliere del Comune di Firenze e dal dott. Fabrizio Stelo, capo di gabinetto del Prefetto di Firenze.
I relatori sono stati il Presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini ed il Cavaliere del Lavoro Stefano Ricci, presidente dell’omonima casa di moda.
Inoltre hanno portato le loro esperienze su volontariato e su scuola-lavoro i Maestri del Lavoro Enio Nesi, Mario Scarpellini e Piero Serafini.
Dopo lo squillo del chiarine della famiglia del Gonfalone della città di Firenze e dopo aver ascoltato l’inno di Mameli è iniziato il convegno.
Ha aperto gli interventi la dott.ssa Cecilia Del Re per il Comune di Firenze portando i saluti del sindaco Dario Nardella. Ha dato il benvenuto agli intervenuti esprimendo la gioia di poter partecipare al convegno che vedeva riunite persone che hanno lavorato in ambiti e con mansioni anche molto diverse fra loro, ma che sono accomunate dall'impegno verso le nuove generazioni come per esempio, nel progetto SCUOLA-LAVORO.
In quanto avvocato del lavoro, ha spiegato, è quotidianamente a contatto con tutte le problematiche legate al mondo di quel lavoro che, se in situazioni normali può e deve essere fonte di gioia nella consapevolezza del servizio per la società, in situazioni critiche, come le attuali, purtroppo talvolta viene vissuto come un previlegio.
Il dott. Fabrizio Stelo ha portato i saluti del prefetto e ha confermato la fattiva e cordiale collaborazione fra la Prefettura e i Maestri del Lavoro; collaborazione fatta con passione e guardando al futuro.
Hanno preso poi la parola il console provinciale di Firenze Bruno Barbugli ed il console regionale Alberto Taiti che hanno salutato e ringraziato tutti i convenuti e le autorità.
Il console regionale ha voluto anche ringraziare le aziende e gli enti che hanno contribuito alla realizzazione del convegno ed ha ricordato a tutti i Maestri le prossime scadenze per il rinnovo delle cariche periferiche e centrali della Federazione.
Sono iniziate quindi le relazioni.
Il Presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini nel ringraziare dell'invito saluta il console emerito Corsinovi con il quale, diversi anni fa, ha iniziato la sua collaborazione con i M.d.L.
Prima di entrare nel vivo della sua relazione su “La centralità dell’impresa per la ripartenza della Toscana” ribadisce come qualunque tipo di associazionismo sia vitale, come corpo intermedio di riferimento, per una partecipazione attiva alla società contro il disimpegno manifestato anche, fra l'altro, dall'astensionismo alle recenti elezioni regionali e comunali.
Afferma che c'è bisogno di responsabilità, consapevolezza e valori condivisi e la Federazione dei Maestri del Lavoro è, per questo, un presidio strategico.
Entrando nell'argomento specifico della sua relazione auspica la creazione, in quello che chiama “dopocrisi” di un argine contro la deindustrializzazione; riporta un dato del Centro Studi di Confindustria che parla di una ripresa superiore alle aspettative ma, comunque, troppo bassa per permettere di recuperare quanto perso in questi 7 anni di una crisi che, per costi, è paragonabile ad una guerra, ripresa che, comunque, viene solo dal settore industriale : vanno perciò condivisi con il nuovo governo regionale appena eletto, il senso di responsabilità , l'urgenza del fare e un progetto di territorio.
Si potrebbe dire, parafrasando una pubblicità “NO INDUSTRIA NO P.I.L.”: l'unico modo per crescere di una percentuale adeguata è rialzare il livello industriale disincagliando la ripresa economica perché oggi si decide se la Toscana sarà dentro o ai margini del nuovo ciclo di espansione.
L'impegno che gli industriali chiedono alla politica si articola su tre punti: politiche industriali, infrastrutture, semplificazioni a favore dello sviluppo. Per fortuna la Toscana non parte da zero: resta una delle piattaforme manifatturiere più importanti d'Europa e, nonostante la crisi, la sua filiera è intatta ma occorre che l'industria sia la priorità per la nuova politica regionale perché questa serve soprattutto ai giovani.
Il principale destinatario e il principale strumento della politica industriale è il capitale umano: sono i nostri talenti, le nostre idee le risorse industriali; c'è bisogno soprattutto di una Toscana più manifatturiera perché l'industria resta il principale motore della ripresa economica: genera guadagni in continuità, crea posti di lavoro più qualificati e più remunerati, crea la maggior parte della ricerca e fornisce il 78 per cento delle esportazioni. Al manifatturiero è legato direttamente o indirettamente un terzo del nostro P:I.L. e gli scambi con l'estero che sono essenziali alla nostra economia.
Il tempo è fondamentale per intercettare gli elementi positivi del momento: non possiamo più permetterci, per realizzare le infrastrutture necessarie, i tempi a cui siamo stati abituati. Occorre un territorio più semplice, una burocrazia più semplice; i nostri competitori sono molto vicini: Svizzera, Austria, Serbia, Croazia che hanno un iter burocratico più snello: dobbiamo attirare più mondo in Toscana: grandi multinazionali disposte ad investire e ad avvalersi del contributo delle piccole e medie imprese che sono il tessuto della nostra economia.
Nel concludere afferma che i Maestri del Lavoro devono essere un punto di riferimento non solo per conoscere il passato ma perché l'amore per il lavoro, la competenza e i valori morali che incarnano siano trasmessi al futuro.
Il Cavaliere del Lavoro Stefano Ricci, nel ringraziare dell'invito, ha dichiarato la sua costante disponibilità verso tutto ciò che la sua città chiede.
Iniziando la sua relazione sul tema “La Moda : il valore del vero fatto in Italia” afferma che Simone Bettini ha praticamente toccato tutti gli argomenti che avrebbe dovuto affrontare lui ma vuole accentrare la sua attenzione sul termine del titolo della relazione: “ fatto in Italia”, termine che si auspica possa sostituire il troppo abusato, strapazzato ed usato talvolta in modo illegittimo, “made in Italy”. Spiega quindi che cosa intende con FATTO IN ITALIA e riporta esperienze personali: aprì il suo primo negozio in Cina nel 1993 affascinato dall'energia di quel popolo che ancora andava in bicicletta ma che manifestava una gran voglia di esprimere qualcosa di proprio. Allora sembrava una cosa senza senso: molti delocalizzavano la produzione in Cina per vendere poi a basso costo in Italia, lui produceva in Italia per vendere prodotti di lusso in Cina.
Le nuove generazioni hanno nei confronti del “fatto in Italia” un grande orgoglio: tutto ciò che ha marchio Stefano Ricci è fatto in Italia e possibilmente a Firenze; a differenza di altri brand, nati a Firenze e finiti adesso in mano a multinazionali che non curano la qualità sopra a tutto il resto, la Stefano Ricci fa della lavorazione, l'attenzione ai particolari e alle materie prime il suo punto di forza. Questo patrimonio del nostro “fatto in Italia” è una bella soddisfazione, specialmente per i Maestri del Lavoro perché, senza di loro, non ci sarebbe stato quell'equilibrio che ha permesso a buona parte delle nostre aziende di continuare la loro attività con il senso di un rispetto quasi religioso del lavoro ben fatto. Fatto in Italia rappresenta il valore di quell'artigianato che è quasi arte e che ancora viene praticato nelle botteghe fiorentine.
Nel concludere si chiede come si sentano e i Maestri del Lavoro per la loro onorificenza: lui, prima di sentirsi Cavaliere del Lavoro, si è sentito Maestro per la passione che ha messo nella sua attività a cui ha dedicato la vita ed è orgoglioso della onorificenza che gli è stata conferita.
Sono poi intervenuti, descrivendo le attività che svolgono i vari Consolati nell’ambito del volontariato e del progetto scuola-lavoro, i Maestri del Lavoro Enio Nesi del Consolato di Firenze, il Console di Livorno Mario Scarpellini ed il Console di Lucca Piero Serafini.
Il Presidente nazionale Amilcare Brugni , in chiusura del convegno, nel ringraziare i relatori ne ha elogiato la capacità imprenditoriale ed ha affermato che tutti gli uomini, e quindi anche gli Italiani, sono fatti per la reazione e non per la rassegnazione e questo vale anche per il lavoro ,valore su cui si basa la nostra repubblica. Ha salutato poi tutti i convenuti ricordando loro di trasmettere sempre alle nuove generazioni i valori che li hanno fatti meritevoli della Stella al Merito.
E’ seguita la consegna dei ricordi che il Consolato di Firenze ha voluto donare alle autorità, ai relatori ed ai vertici della Federazione; i Maestri e gli accompagnatori si sono poi trasferiti a Palazzo Borghese per la riunione conviviale.
NB I VIDEO SONO DIVISI IN 4 FILE INSERITI IN ORDINE CRONOLOGICO
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