I n n o a l l a R a d i o (di Mirko Garofalo – MDL Torino)
Il Maestro del Lavoro Mirko Garofalo ha voluto lasciare traccia tangibile delle Sua passione e della Sua riconoscenza verso la RADIO, componendo un Suo vero e proprio INNO alla RADIO.
Grazie caro Mirko, questa è molto di più di una passione, questo è un vero e proprio Amore!
Cara Radio, sei la cosa per mezzo della quale avviene la trasmissione di contenuti sonori, forniti in tempo reale, a più Utenti situati in una o più aree geografiche del mondo. Si dice che il Tuo nome derivi dall’osso del braccio, il Radio appunto, che consente alla mano di raggiungere qualunque punto.
Nata alla fine del 1800 per opera di un grande scienziato Guglielmo Marconi che sfruttando le conoscenze che aveva avuto dal Professore Vincenzo Rosa ed utilizzando le Teorie pubblicate dallo scienziato Hertz sulle onde elettromagnetiche, riuscì a mettere in piedi una Stazione Telegrafica che per la prima volta utilizzava come mezzo trasmissivo l’etere. Per questa invenzione gli fu assegnato nel 1909 il premio Nobel per la Fisica. Già dai primi del 1900 si faceva uso della Radio su piccoli spazi territoriali. Non si può non dire quanto fu utile la possibilità data ai partigiani esuli con la trasmissione in codice : “Qui Radio Londra, trasmettiamo alcuni messaggi speciali”.
Il Tuo aspetto iniziale era austero e persino ingombrante ma la tecnologia che ha operato molto su di Te è riuscita a farti entrare unitamente alla TV, nello spazio di 5 pollici da dove riesci a guidarci per strade e autostrade di qualunque Nazione. I miei ricordi personali , data l’età, risalgono a quando casa mia nel rigoroso silenzio degli astanti si apriva il collegamento con S. Remo per il festival con la squillante voce di Nunzio Filogamo “Cari amici vicini e lontani”. Scandivi il tempo delle nostre giornate con i cadenzati Giornali_radio e le Rubriche , dalla musica che faceva eco alle influenze americane ricche di Swing e Jazz.
Il sabato pomeriggio alle 15,45 la bella voce di Nella Bonora annunciava la trasmissione dedicata ai malati ed invalidi “Sorella Radio”. Sempre il pomeriggio del sabato verso le 18,00 l’uccellino della Rai preannunciava l’estrazione del Lotto, quindi tutti attenti a riscontrare la velina dove erano contrassegnati i numeri che avevamo giocato. Il 31 dicembre dopo le 20,00 si ascoltava il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica dove il Presidente rievocava gli eventi essenziali dell’anno trascorso.
La domenica era scandita da orari prefissati : ore 10,30 messa ore 12,00 collegamento con radio vaticana per ascoltare l’Angelus del Papa. Il pomeriggio era dedicato esclusivamente al calcio. Nella sala d’ingresso del Circolo Benedetto Croce un bella Radio Grundig di ottima potenza sintonizzata con la rete che trasmetteva “Tutto il calcio minuto per minuto” dava a spezzoni la linea ai grandi cronisti del tempo Ameri, Carosio, Ciotti, Pizzul che erano disseminati in tutta Italia nei campi da dove trasmettevono le loro radio_cronache. Tutti con le schedine in mano pronti a verificare il risultato . Il momento più topico era quello quando Ameri veniva interrotto “Scusa Ameri” ognuno sperava che quell’inserimento potesse aggiustare un risultato fino ad allora non centrato. Invece quelli che andavano ad assistere le partite si portavano le radioline per seguire anche loro Minuto per minuto.
Cara Radio sei cresciuta ti hanno strutturata in cinque Reti con palinsesti differenziati per tematiche diverse. Nessun secondo è sprecato. Sin dalle prime ore del mattino il bravo Giorgio Zanchini conduce “Radio anch’io” La fascia pomeridiana coperta da “Un giorno da pecora” dei valentuosi lauro e Geppy Gucciari. Ad esempio fai compagnia con il “Notturno dall’Italia “ a chi come me trascorre ore insonni sentendo Gianmaurizio Foderaro, Max De Tomassi. Non riuscirei ad immaginare un aereo o una nave in navigazione senza i sistemi radio. Sei presente, anche se alle volte silenziosa , su tutte la autovetture oramai di serie. Su tutti i mezzi delle forze dell’ordine dei mezzi di soccorso via terra, mare e cielo. Ti dobbiamo tanto tutti noi che ci serviamo di Te, oramai come una cosa scontata, comunque appartenente alla nostra vita quotidiana.
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