I MAESTRI DEL LAVORO DEL CONSOLATO DI PISA IN VISITA AL MUSEO DELLE NAVI ANTICHE di PISA
Nell’ ultimo lustro del secolo scorso le Ferrovie dello Stato Italiane avviarono un imponente piano di progettazione che aveva come punto focale la “Centralizzazione del traffico ferroviario” in appositi siti di Comando e Controllo che avrebbero permesso la gestione da posti remoti rispetto alle ordinarie stazioni e fermate ferroviarie . Il piano nazionale prevedeva gli interventi su tre Nodi ferroviari ( Genova, Napoli e Venezia ) e su tre grandi Direttrici ( Adriatica, Verona -Brennero e Tirrenica Nord ). Per la Direttrice Tirrenica Nord ( con giurisdizione programmata inizialmente su più di 500 KM di linea tra Genova e Roma ) fu scelto il Posto Centrale di Pisa (baricentrico) con la relativa costruzione di un imponente fabbricato nell’ ambito della Stazione di Pisa S. Rossore. Tale fabbricato prevedeva anche un ‘ estesa area interrata destinata all’ installazione degli impianti industriali e tecnologici, mentre la parte in elevazione era destinata alla grande “Sala di Controllo” della circolazione e ai diversi uffici preposti alla gestione. Fu proprio durante le attività per la realizzazione delle opere fondali del fabbricato che nell’ inverno del 1998 vennero alla luce i primi reperti dello scavo archeologico che in seguito sarebbe stato definito dagli esperti della Soprintendenza archeologica della toscana il “ Porto delle meraviglie” o “La Pompei del Mare”. In effetti la struttura lignea per prima intercettata dalle “palancole” di contenimento nello scalo di Pisa S. Rossore faceva parte di una grande nave da carico romana. Mentre i lavori per il fabbricato dovettero necessariamente fermarsi, quelli relativi alle indagini archeologiche assunsero un rilievo sempre più imponente legato alla ricchezza dei ritrovamenti sia di altri scafi adiacenti al primo rinvenuto, sia ai manufatti di ogni tipo che costituivano il carico delle navi. Fu subito chiaro che l’ impegno relativo agli scavi archeologici avrebbe richiesto lo sforzo congiunto sotto la guida della Soprintendenza Archeologica della Toscana di tutte le Istituzioni locali ( Comune di Pisa, Provincia Regione Toscana ) oltre a quello delle Ferrovie dello Stato. Fin da allora furono individuati gli “Arsenali Medicei” nel Lungarno Ranieri Simonelli di Pisa come sede naturale del Museo dedicato al ritrovamento.
Il giorno 10 Giugno 2023 I Maestri del Consolato di Pisa si sono ritrovati per la visita al Museo che è stato aperto nel 2019 dopo che le opere di scavo e quelle del sito di accoglienza sono state ultimate. Nell’ ambito dell’ oggettistica è stato possibile visionare la straordinaria ricchezza delle ceramiche e delle anfore ritrovate ( non tutte ovviamente in mostra al pubblico per l’ enorme quantità rinvenuta ); molte anfore si trovano in uno stato di conservazione eccezionale come pure i boccali , le coppe , lucerne ; ma si possono ammirare anche oggetti in osso, metallo, legno come pettini, suole , spilloni o in fibre vegetali intrecci e cordami come una parte di un piccolo cesto straordinariamente composto. La natura e conformazione delle anfore ritrovate in grande quantità ha permesso altresi di confermare, sulla base di rinvenimenti e catalogazioni precedenti, l’ epoca dei ritrovamenti in oggetto che va dal I secolo a.c. a circa il III – IV secolo d.c. . Testimonianza in tal senso danno anche le diverse monete rinvenute fin dai primi anni dell’ età Augustea. Dopo un bizzarro ma istruttivo passaggio su ciò che nel tempo i vari strati di terreno possono nascondere e poi svelare al desiderio di conoscenza dell’ uomo, la visita è proseguita con le meravigliose strutture delle imbarcazioni. Con gradi diversi di dettagli costruttivi ( si stima che i ritrovamenti appartengano a circa 30 navi, ma sono 8 quelle più importanti) è stato possibile comunque notare la ricchezza delle dotazioni di bordo, dagli scalmi, ai sedili, agli ancoraggi, alle tecniche di assemblaggio degli scafi e in alcuni casi ai dispositivi per la navigazione. E’ stato istruttivo capire quali accorgimenti si sono resi necessari per il mantenimento delle strutture lignee che dopo 20 secoli di interramento rischiavano una veloce decomposizione sotto l’azione degli agenti atmosferici. Il ritrovamento delle navi di Pisa e delle strutture portuali rinvenute nell’ ultimo periodo degli scavi ha permesso altresì di ricostruire alcuni elementi della storia antica del territorio fornendo elementi decisivi su alcune ipotesi pregresse che avevano bisogno di conferme tangibili.
La visita si è poi conclusa con soddisfazione di tutti con un ritrovo conviviale presso la sede del Consolato di Pisa.
MdL Marco Corti
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