La partenza da Trento ad ore quasi proibitive (per chi scrive: 5,45!) con le avvisaglie di un clima di retromarcia verso l’’inverno, una sosta ad Aldeno per far salire gli “Studenti” universitari della terza età guidati dal MdL Marcello Enderle, una al casello autostradale di Rovereto Sud per raccogliere qualcun altro e poi via lungo l’A22. Sul pullman della Trentino Bus guidato dall’ottimo Andrea (se la caverà bene financo su strade poderali) si sta in 55, tra Maestri, Maestre, studenti e studentesse, famigliari di complemento.
Con una sola pausa per il caffè a Campogalliano si arriva a Cortona, nella Toscana meridionale a pochi chilometri dal confine umbro, poco prima di mezzogiorno. Ci aspetta Laura, la guida innamorata della propria terra a giudicare dai superlativi con i quali ne illustra le bellezze artistiche: con lei ci inoltriamo oltre le mura etrusche in vicoli e vicoletti, dentro chiese, in piazze e cortili rinascimentali sui quali si ergono edifici di valore storico ed anche ingegneristico, visto come hanno resistito ai fenomeni sismici che hanno interessato quest’area d’Italia anche in anni recenti. Dalle spiegazioni della guida davanti ad alcune case seicentesche caratterizzate dai piani superiori terrazzati in sporgenza rispetto al piano terra abbiamo anche capito come l’astuzia italiana per eludere il fisco affondi nei secoli passati: la tassazione della proprietà immobiliare a quel tempo, infatti, si rapportava alla superficie al suolo e non a quella abitativa. L’eredità cromosomica ha fatto il resto.
Il centro storico di Cortona, come quasi sempre capita per tanti borghi e cittadine del Centro Italia, è posto su una collina: a discendere si arriva giusto sul lago Trasimeno, e lì si è pranzato (ristorante Nonno Cencio a Passignano: buono il vino, antipasto e primo il resto da dimenticare) prima di riprendere il viaggio nell’Umbria, dominati dal verde in basso e dall’azzurro del cielo in alto, fino a raggiungere a Bevagna (PG) la tenuta Castelbuono (certificata bio) della famiglia Lunelli, accolti qui da Jessica che ci illustra tutto il complesso. Colpisce subito la sede espositiva sotto una calotta che riproduce il carapace della tartaruga, opera dello scultore Arnaldo Pomodoro: entrati nell’ampio salone circolare si apprezza lo stile della presentazione di vini e di storia enologica, primo impatto con i visitatori; il secondo è con la cantina sottostante dove Sangiovese e Sagrantino, prodotto di 40 ettari di vigneti sul pendio sottostante la sede, fermentano e maturano in cisterne d’acciaio, botti e barrique di rovere. Alla vendita sono etichettati Ziggurat, Lampante e, perché no, Carapace, ottimi alla degustazione tanto da invogliare alcuni all’acquisto di diverse bottiglie.
Come da pianificazione di Gitan Viaggi (sempre accurata) in serata raggiungiamo l’hotel Dal Moro Gallery, un 4 stelle nel centro di Santa Maria degli Angeli, con i significativi segni di una ristrutturazione antisismica effettuata dopo il terremoto del 1997. Cena e a letto.
Al mattino del secondo giorno c’è tempo per una visita alla grande Basilica del centro all’interno della quale, tra i ponteggi per lavori di restauro, è comunque possibile accedere alla chiesetta primigenia della Porziuncola. Quindi in pullman, a poca distanza si arriva a Spello dove la comitiva si divide in due gruppi con due guide: gli Studenti con Daniela, i Maestri con Pierluca.
Spello è detta la città dei fiori, ed anche se le caratteristiche infiorate si celebreranno ai primi di giugno già si possono vedere i primi addobbi decorativi di finestre e balconi prospicenti le viuzze che si snodano strette e in pendenza verso la sommità del colle sul quale si annida il centro storico. La guida ci porta nelle chiese di Sant’Andrea e di Santa Maria Maggiore dove si possono ammirare opere del Pinturicchio (Cappella Baglioni) e vari dipinti di pittori minori di epoca rinascimentale.
Con le stese guide si prosegue poi per Spoleto, dove, appena arrivati si pranza alla Trattoria del Festival, ottimi pianti, abbondante varietà e buon servizio. Il Console Renzo Sevignani è raggiunto a tavola dal Console regionale dell’Umbria Stefano Maria Perelli e dalla Console provinciale di Perugia Serenella Chiabolotti venuti per un saluto di benvenuto agli ospiti trentini.
Il pomeriggio è dedicato alla visita della cittadina: la cattedrale di Santa Maria Assunta, con i dipinti di Filippo Lippi, in fondo alla scalinata e alla piazza dove ogni anno si tiene il celebre festival, la salita attraverso le lunghe caratteristiche scale mobili alla Rocca Albornoziana dalla quale si intravede l’antico acquedotto romano. Una leggera pioggerella ci accompagna verso il pullman che ci riporta all’albergo, non prima però di deviare verso la vicina Assisi assecondando il desiderio di alcuni viaggiatori per un mini pellegrinaggio alla Basilica del Santo che domina la valle dall’alto. Finalmente in hotel in cerca di un po’ di tepore, vista la temperatura in discesa; buona la cena e a seguire il riposo notturno.
Dopo una colazione con ampia scelta alimentare, il terzo giorno si riparte verso Nord fino a Firenze, dopo di che lunga deviazione ad Ovest fino a raggiungere tra campi e colline, stradine e piccole frazioni abitate, sempre immersi nel verde, la tenuta Podernuovo (ancora della famiglia Lunelli) a Terricciola (PI). Si tratta, come ci spiega l’esperto che ci accoglie, di una tenuta che occupa 64 ettari dalla sommità di un poggio a discendere, di cui 23 ettari di vigneto, un paio con olivi ed il resto prati e boschi; il complesso di edifici che domina il tutto comprende anche alloggi turistici per una cinquantina di posti letto avendo di fronte la cantina nella quale si formano, da vitigni di Sangiovese, Merlot e Cabernet Franc e dalla consulenza del noto enologo Luca D’Attoma, ottimi vini etichettati Aliotto, Teuto, Auritea. E la graditissima sorpresa è stata che ci siamo trovati invitati a tavola per un’abbondante e saporita degustazione di specialità locali e con quattro calici davanti: tre vini rossi e naturalmente le bollicine Ferrari (per gli astemi e i troppo assetati c’era pure l’acqua minerale Surgiva).
Risaliti in pullman, c’è stata solo la necessità di una breve sosta in Autogrill, prima di raggiungere i medesimi punti di partenza, dove la gita si è conclusa tra le 20 e le 20,30. Ora non resta che ricordare tre belle giornate, la buona compagnia e i luoghi visitati con l’aiuto delle tante fotografie che ciascuno avrà scattato
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