XXXIX^ Giornata del Maestro del Lavoro - 4.10.2024
Giovedì, 17 Ottobre 2024
I MdL di Novara e VCO a Pieve Vergonte e Domodossola
Eravamo una sessantina tra Maestri, parenti e amici: alcuni hanno raggiunto Pieve Vergonte in auto e alcuni in pullman. Fortunatamente il tempo ci ha "graziati" e non ha piovuto anzi, abbiamo visto anche il sole, anche se ci ha sempre accompagnato un'arietta frizzantina.
In Azienda siamo stati suddivisi in tre gruppi ed abbiamo iniziato la visita guidata ai tre capannoni di lavorazione. La VCO Copper produce semilavorati in rame (in allegato file con la storia dell'Azienda) ed ha attualmente 50 dipendenti. Siamo rimasti impressionati dai grandi macchinari presenti per la lavorazione, a partire dalla pressa da 5500 tonnellate, dai sistemi per trasportare le barre da un punto di lavorazione all'altro, dalle linee per il decapaggio e la trafilatura, fino ad arrivare al confezionamento finale in barre oppure in rotoli. I nostri accompagnatori hanno dato esaurienti spiegazioni e sono stati davvero molto disponibili, rispondendo ad innumerevoli domande.
In sala mensa, dopo lo scambio delle targhe tra il nostro Console e l'Azienda (presente il Responsabile del Sito Produttivo, dott. Ivano Maccagno e il Direttore dott. Angelino Santucci), ci aspettava un ricco rinfresco, che abbiamo tutti apprezzato moltissimo.
Abbiamo avuto il piacere di avere con noi, sia al mattino, sia a pranzo che in Municipio, la Sindaca di Pieve Vergonte, Avvocato Maria Grazia Medali. Alla visita erano presenti anche rappresentanti dell'Arma, sia in servizio che in congedo (ANC).
Ci siamo quindi spostati a Domodossola per il pranzo presso il Ristorante Pizzeria Terminus: tutto molto buono, dall'antipasto al caffè, e porzioni molto abbondanti! Non avevamo tempo per impegnarci in uno dei soliti giochi ideati dal Maestro Sereno Denarier, ma abbiamo estratto a sorte 5 simpatici premi tra tutti i partecipanti.
Successivamente ci siamo recati nel vicino Municipio, dove l'Assessore Gianluca Iervasi - in rappresentanza del Sindaco Lucio Pizzi - ci ha accolto, unitamente al Presidente del Consiglio Comunale dott. Marco Bossi, nella Sala Consiliare o Sala Storica della Resistenza.
Come già segnalato sulla nostra circolare, l'incontro in questa Sala riveste quest'anno un particolare significato, ricorrendo l'80° anniversario della costituzione della Repubblica dell'Ossola.
La Repubblica dell’Ossola durò dal 9 settembre al 22 ottobre 1944. Un territorio di quasi duemila chilometri quadrati fu liberato dai partigiani e diventò un vero e proprio Stato con un governo, un esercito e una capitale: Domodossola. Fu un esperimento democratico che stupì il mondo intero perché venne realizzato all’interno di un paese in guerra. Infatti, a differenza di altre Repubbliche Partigiane, la Repubblica dell'Ossola fu in grado, in poco più di un mese di vita, di affrontare non solo le contingenze imposte dallo stato di guerra, ma anche di darsi un'organizzazione articolata, con l'istituzione della Giunta provvisoria di Governo della Repubblica Partigiana dell'Ossola, presieduta da Ettore Tibaldi. Durante i seppur brevi Quaranta giorni di libertà, personaggi illustri come Umberto Terracini, Piero Malvestiti e Gianfranco Contini collaborarono alla redazione di riforme ad orientamento democratico, che sarebbero poi state d'ispirazione per la stesura della Costituzione Italiana.
Nei pannelli alle pareti della Sala storica sono esposte, corredate da sintetiche didascalie, fotografie d'epoca e cartine dell'Ossola in cui sono ripercorse le fasi della sua liberazione ma anche le vicende storiche che interessarono la zona dall'armistizio dell'8 settembre 1943 al 24 aprile 1945. Sottovetro, nel lungo tavolo a ferro di cavallo ancora oggi utilizzato dai consiglieri e dalla Giunta, sono presenti documenti originali dell'epoca e fra questi copie dei giornali, atti della Giunta Provvisoria di Governo, materiale propagandistico diffuso dalla Repubblica Sociale Italiana e dalle forze di occupazione tedesche.
Dal balcone del Municipio, in occasione della ricorrenza di quest'anno, sono stati esposti dei drappi che riprendono i colori delle formazioni partigiane: il verde della divisione Valdossola-Beltrami-Piave, il rosso della divisione Garibaldi Redi e il blu della divisione Valtoce.
Il Vice Console per il VCO, Pino Gesù, ci ha segnalato che stiamo aspettando di sapere la data in cui ci sarà l'intitolazione di uno slargo dedicato ai Maestri del Lavoro nella frazione di Vagna. La richiesta era stata fatta lo scorso anno e l'Amministrazione Comunale, ad aprile 2024, ha votato favorevolmente la delibera. Lo spazio si trova sulla strada che da Domodossola porta all'Alpe Lusentino: è un punto panoramico da cui si vede tutta la città. Ringraziamo sentitamente Pino per l'impegno profuso nel proporre e nel seguire la richiesta. Con lo scambio di omaggi tra il nostro Console e l'Assessore Iervasi si è concluso l'incontro in Sala Consiliare e, prima di proseguire con il nostro programma, ci siamo radunati davanti all'entrata del Municipio per una bella foto di gruppo.
Il pomeriggio è proseguito con la visita al centro storico di Domodossola. La D di Domodossola: quante volte nei giochi di parole o nello spelling siamo arrivati alla D e non abbiamo trovato altro vocabolo se non Domodossola? Curioso, vero?
Ad accompagnarci c'era Elena, la guida a noi dedicata, che è stata veramente bravissima e ci ha fatto scoprire degli angoli veramente caratteristici e suggestivi. Siamo partiti dal Municipio, il Palazzo di Città, edificio ottocentesco progettato dall’architetto Leoni di Torino, siamo passati davanti a Palazzo S. Francesco, oggi Museo Civico, edificato sui muri perimetrali di una maestosa chiesa del 1200, dove, nel 1381, venne firmato l’atto di dedizione degli Ossolani ai Visconti. Ci siamo poi addentrati in strette viuzze per arrivare alla piccola Piazza delle 5 vie. Guardando in alto si possono ammirare vecchie case con i caratteristici tetti in piode, a volte sorretti da manufatti in legno.
Domodossola era una città fortificata, un borgo murato medievale di forma pentagonale circondato da un fossato. A ricordo delle antiche torri con ponte levatoio, punti di accesso al borgo, sono stati posizionati dei "Totem", alte sculture costituite da elementi in ferro di forma pentagonale.
Delle antiche mura restano poche tracce: noi abbiamo costeggiato quelle di Via Canuto, che ha ancora i vecchi camminamenti ed una torre angolare e quelle di Via Monte Grappa. Ci siamo addentrati nelle tortuose e strette vie acciottolate della Motta, passando sotto la Torre del Podestà, in piazza Chiossi con l'obelisco, davanti a Palazzo Silva, una delle più belle costruzioni gentilizie rinascimentali della regione subalpina, per 500 anni dimora della nobile famiglia Della Silva e oggi Museo Civico. In via Carina ci hanno affascinato alcune costruzioni con balconate lignee in larice, testimonianza dell'influenza Walser in questo territorio, così come, dopo Piazza Fontana, le case con piccole balconate in legno sorrette da colonnine in pietra. Dopo aver superato la bella Chiesa dei Santi Protasio e Gervasio siamo giunti in quello che è il cuore di Domodossola, salotto cittadino di grande fascino: Piazza Mercato, simbolo della città, così chiamata perchè ospita il grande mercato del sabato, concesso secondo la tradizione da Re Berengario I° nel 917.
La grande piazza, asimmetrica, si caratterizza per i portici quattrocenteschi a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del XV e XVI secolo. I capitelli delle colonne che sostengono archi romanici e gotici sono finemente scolpiti e nelle testate recano gli stemmi delle nobili famiglie ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Dalla Silva, i Da Ponte e i Ferrari.
Abbiamo chiuso il percorso tornando verso il Municipio, al cui fianco si trova un monumentale cedro del Libano (l'Albero della Vita) alto 35 mt. e sorge Palazzo Mellerio, fatto costruire dal Conte Giacomo Mellerio, che vi fondò il primo ginnasio ossolano (1818) affidandolo alla direzione di Antonio Rosmini. Il Conte Mellerio è uno dei personaggi illustri di Domodossola, "benemerito dell'istruzione": istituì borse di studio per giovani poveri che volessero continuare gli studi in seminario e, dopo aver acquistato l'allora Convento delle Orsoline, ne fece la sede delle scuole primarie per le bambine. Fatto davvero insolito ma importantissimo, in un periodo in cui l'istruzione femminile non era né molto diffusa né così scontata.
Altri personaggi illustri che ci ha segnalato Elena: Antonio Rosmini, già sopra citato, fondatore dell'Istituto della Carità; Gian Giacomo Galletti, benefattore in campo culturale; Ettore Tibaldi, oltre che politico e partigiano, fu primario all'Ospedale San Biagio, Presidente della Giunta Provvisoria della Repubblica dell'Ossola e successivamente Sindaco di Domodossola.
Elena ci ha ricordato anche Geo Chavez, aviatore peruviano che, il 23 settembre 1910, trasvolò per primo le Alpi con un velivolo alquanto precario, un monoplano Bleriot XI: decollò da Briga, sorvolò il Sempione, le gole di Gondo per scendere a Domodossola ma, in fase di atterraggio, a circa 20 mt. dal suolo, l'aereo precipitò per l'improvviso cedimento della struttura alare. Gravemente ferito, anche se apparentemente non in pericolo di morte, quattro giorni più tardi Chávez morì all'Ospedale San Biagio di Domodossola. In Via Rosmini, in una costruzione apposita, abbiamo potuto vedere i resti del velivolo, e anche le diligenze postali (il Postale del Sempione), trainate da cavalli, che partivano da Losanna e, tramite il valico del Sempione, arrivavano a Domodossola dopo più di 32 ore di viaggio. Durante l'inverno le diligenze non avevano le ruote ma si trasformavano in slitte.
Oltre alle spiegazioni della guida, è stato piacevole ascoltare anche i ricordi del Maestro domese doc Paolo Montinaro e del nostro Vice Console Pino Gesù, che a Domodossola è di casa.
Come potete intuire, è stata una giornata piena ma piacevole e ben riuscita.
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