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UNA SCIAGURA FERROVIARIA DA NON DIMENTICARE

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Avvenuta settanta anni fa. Il racconto del Maestro del Lavoro Giuseppe Bulzomì con la testimonianza di una superstite, la signora Melina di anni 94

In occasione della commemorazione della catastrofe della caduta di uno dei ponti della giovane Ferrovia in gestione alla Società Mediterranea Calabro Lucane, costruita dal Ministero dei Trasporti e in parte attivata nel 1917 per sollevare dall’atavico isolamento quelle popolazioni interne della nostra terra di Calabria, per l’incuria umana, venne a crollare un ponte sull’impervio tracciato, proprio quando una “Littorina” con il carico umano, si trovò improvvisamente nell’attraversamento su quel ponte in quelle valli sperdute avanti all’abisso determinato da un improvviso cedimento di una campata. Fu un giorno amaro per tutta la provincia di Vibo Valentia!

Giovani vite perirono, ma nella popolazione non cessò mai il ricordo struggente e imperituro di quel momento. Tuttavia, la commozione fu ancora grande quando si ebbe nel recente anniversario l’incontro con una superstite, la signora Melina di anni 94 che viaggiava quella mattina con la mamma, e raccontava con gli occhi di pianto, di non aver potuto darle l’ultimo bacio nel momento supremo della morte, trattenuta dalle lamiere che le impedivano di avvicinarsi a lei che chiedeva aiuto nell’esalare dell’ultimo respiro.

Noi Maestri del Lavoro non vorremmo mai dimenticare questi avvenimenti, senza il passato non vi è futuro, la civiltà di un popolo si costruisce nei secoli anche con la celebrazione degli eventi che servono. Servono a tenere viva la memoria e trasmettere i valori alle generazioni future, affinché queste sciagure non debbano più verificarsi.

Il Racconto che segue del Maestro del Lavoro Giuseppe Bulzomì è una sintesi di un lungo diario in occasione dell’avvenimento ad iniziativa della Proloco di Vibo Marina e di un Giornalista di una Tv Regionale, che vollero approfondire con dettagli storici ed umani, mai prima emersi dall’oblio del tempo e dalla inacessibilità dei luoghi.

MdL Rosario Paolì, Console Provinciale di Vibo Valentia

 

LA STORIA

La “strage delle Littorina”: da sciagura dimenticata alla scoperta del “ponte Ciliberti” crollato

In occasione della cerimonia, dei 70 anni dall’incidente ferroviario di Vibo Valentia Marina, delle Mediterranea Calabro Lucane, il Consiglio Provinciale di Vibo Valentia dei Maestri del Lavoro, ha esposto il proprio Labaro. Ho partecipato alla manifestazione con un mio intervento in quanto invitato, dal Dott. Vincenzo De Maria della Proloco locale, come esperto della storia delle Ferrovie Calabro Lucane della tratta Porta Santa Venere (Vibo Valentia Marina) – Mileto. In quel frangente, ho conosciuto il giornalista Saverio Caracciolo che presta la propria attività lavorativa per la testata di informazione online La C.

Con lui abbiamo intrapreso una serie di contatti fatti di incontri, telefonate nonché scambi d’informazione e documenti, al fine di pianificare nel dettaglio la tratta ferroviaria in parola. A seguito di un ulteriore incontro è stata realizzata un’intervista sul viadotto a tre archi denominato “MANCARI” luogo che si trova prima della Stazione ferroviaria ex FCL di Pizzo. In quell’occasione abbiamo deciso di andare alla ricerca del ponte caduto.

La zona era impraticabile e resa inaccessibile sia dalle recinzioni delle proprietà private e una fitta vegetazione. La cosa non ci ha fatto desistere anzi la voglia di ritrovare i segni di quella sciagura dimenticata per decenni è stata la molla che ci ha fatto proseguire il cammino.  Saverio mi diceva che per ben due volte aveva tentato di raggiungere il ponte ma per diverse cause, incontro con cinghiali e timore/prudenza per una vallata impraticabile non era riuscito nell’intento. Essendo due temerari, desiderosi di ritrovare il viadotto dimenticato, ci siamo inoltrati, scavalcando cancelli privati e recinti abusivi immergendoci nella fittissima vegetazione spontanea e impenetrabile, alla ricerca del nostro sospirato obiettivo. Dopo aver scalato un tratto di montagna, privi di strumenti e indicazioni, siamo giunti ad un’altitudine abbastanza elevata. Ci siamo resi conto subito che ci trovavamo troppo in alto rispetto al piano della linea ferroviaria quindi abbiamo iniziato la discesa.

Ad un certo punto ho notato un muretto di contenimento fatto in pietra faccia a vista. Per mia esperienza e dalla costatazione del tipo di costruzioni esistenti sulla strada ferrata, ho intuito quella era la via giusta da percorrere.

Mentre camminavamo nella fitta vegetazione abbiamo notato un filo d’acciaio sospeso nell’aria che attraversava la vallata in località “Timpa Janca”. Era sicuramente quello che restava della rete delle comunicazioni elettro-telefoniche e lì abbiamo subito intuito che in quella zona, sicuramente si trovava il ponte caduto che da 70 anni era dimenticato e abbandonato. Il senso non ha smentito le nostre attese infatti tra rovi di spine, erbacce e vegetazione ostili abbiamo trovato ciò che restava del “ponte Ciliberti”.

Il giornalista/reporter, per sua competenza professionale, ha deciso scendere fino ai piedi del ponte, senza però riuscire a riprendere con la sua telecamera ciò che desiderava; mentre io, per prudenza sono rimasto sul luogo del ritrovamento, per essere utile per eventuale soccorso, qualora fosse stato necessario.

Nella risalita ho filmato il giornalista con il mio telefono e lui, con la sua attrezzatura professionale, ha immortalato il ritrovamento del binario ricurvo su sé stesso, contorto a forma elicoidale. Mi ha ripreso mentre, con un bastone lo ripulivo dal groviglio dell’erbacce.   

Individuata la rotaia dall’emozione ci siamo abbracciati per il ritrovamento a distanza di 70 anni del ponte” maledetto”. 

A seguito del ritrovamento del ponte il giornalista ha realizzato, per la rete dove lavora La C, un bellissimo documentario dal quale la superstite della tragedia “Sig.ra Melina oggi 94 enne ha incontrato, il Sig. Ferdinando Palmieri, oggi 97enne, che fu, insieme al padre, tra i primi a prestargli soccorso e che mai aveva incontrato prima di allora.

Tale cortometraggio è stato presentato ufficialmente in occasione della 71° anniversario della tragedia ferroviaria a Vibo Marina dove sono stato invitato dalla Direzione della rete La C nonché dalla Proloco di Vibo Marina.

In tale occasione il giornalista, a fine presentazione del documentario/film, pubblicamente ha voluto ringraziarmi per aver dato luce a quello che per decenni era stato chiuso in un cassetto dimenticando i tanti lavoratori morti e i numerosi feriti.

Tale riscoperta servirà per recuperare quello spezzone di binario, unico testimone del triste e funesto incidente ferroviario, il quale, a dire del Presidente della Proloco De Maria, sarà posizionato nel luogo dove lo scorso anno è stata posta una lapide commemorativa.

MDL Giuseppe Bulzomì, Consolato Vibo Valentia

Nelle foto: alcune immagini sul luogo della strage della littorina e la testimone della sciagura ferroviaria