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A PIETRANICO TRA CULTURA, STORIA E LEGGENDA

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I Maestri accolti dal giovane Sindaco Francesco Del Biondo, a cui è stata donata una targa ricordo del Consolato e da Alfonso Creato, appassionato delle tradizioni locali

Il giorno 8 Luglio, alcuni Maestri si sono recati in visita a Pietranico, un paesino dell’entroterra pescarese a circa 38 Km da Pescara. Accolti dal giovane Sindaco Francesco Del Biondo, a cui è stata donata una targa ricordo del Consolato, e da Alfonso Creato appassionato delle tradizioni locali che ci ha raccontato le seguenti storie e leggende.

Pietranico, di origini medioevali (IX-X sec.), si trova su una collina appenninica a circa 600metri s.l.m. Attualmente di circa 500 anime causa emigrazione e invecchiamento demografico.

Dopo la caduta di Roma la vallata del fiume Pescara era infestata da predoni. Il controllo del territorio fu preso dai monaci intorno all’anno 1000 che eressero l’Abbazia di S. Clemente e costruirono sul colle di Pietranico un Castellamento ossia case in circolo con due porte dove c’era anche la casa dell’Abate dell’Abbazia, detto Castello. Nella parte più alta del colle c’erano due pietre (una esistente ancora) sulle quali venne edificata una piccola fortezza con la presenza di guardie, le quali per mezzo di fuochi e fumo comunicavano i pericoli agli abitanti dei villaggi circostanti. Sul portone dell’Abbazia ci sono delle formelle con l’indicazione dei paesi del territorio e su una è riportata la dizione Pietrainiqua. In Abruzzo, tra il 1400-1495, vengono realizzate sei Madonne simili in terracotta dette le sei sorelle che portano sulle gambe un bambino,

La Madonna in trono di Pietranico (Chiesa di S. Rocco) è particolare. La statua che ha perso il bambino, non più ritrovato, era posta in una chiesetta dove adesso c’è la chiesa parrocchiale. Il terremoto di Avezzano 1915 distrusse la chiesetta ma la Madonna si salvò.

Dopo la guerra la statua fu portata all’Aquila e non sapendone la provenienza fu chiamata Madonna di Civitaretenga ed esposta nel Castello dell’Aquila. Nel terremoto del 2009 la statua va in frantumi ma sarà restaurata dalla dottoressa Sonnino (Università di Pisa), grazie ai finanziamenti raccolti a New York da un italoamericano. La statua, formata da tre pezzi grossi, è piena all’interno mentre in origine era vuota.

Gli artigiani dell’epoca dovevano far in modo che dopo la cottura (la terracotta si restringe con la cottura) i bordi dei pezzi combaciassero perfettamente. La mano destra è stata rifatta da un artigiano di Castelli. La statua aveva sicuramente i capelli lunghi ma non sono stati rifatti.

Dopo il restauro fu esposta per un anno al piccolo Museo Italiano di New York, poi a Pescara in casa D’Annunzio, quindi portata all’Aquila al Museo Nazionale d’Abruzzo ed infine a Pietranico. La devozione religiosa del paese è oggi rivolta alla Madonna della Croce che si celebra ogni anno con feste patronali che si svolgono nei primi giorni del mese di maggio e ripetute a settembre per consentire la partecipazione agli emigranti.

Tra leggenda e tradizione si racconta che ad un pastore (un certo Del Biondo), mentre tornava dalla campagna con il suo gregge appare la Madonna che gli dice di andare dal Sindaco per costruire una bella Chiesa sulle rovine di una diroccata. È il 3 maggio del 1613.Il pastore consegnò al sindaco un bastone in quel momento le campane iniziarono a suonare da sole e il bastone fiorì.

La chiesa edificata a pianta romanica è esternamente molto semplice ma all’interno è ricca di stucchi decorativi in cui sono dipinti episodi del Vangelo realizzati da artisti venuti da tutta l’Italia; è veramente un gioiello dell’arte gotica, e praticamente è un racconto del Vangelo per immagini.

L’oratorio fu costruito in 20 anni e definito uno dei barocchi più belli d’Italia. Nella pala della crocifissione si nota la presenza di un cardinale, è S. Carlo Borromeo divenuto santo pochi anni prima. Elementi particolari sono le vasche dette “rupestri”, vasche di vinificazione scavate nella roccia usate già dai Romaniche a Pietranico servivano per spremere le uve e le olive in modo che la pigiatura avvenisse sul posto. Risalgono al 1681 perché su una delle 7 vasche ritrovate è riportata questa data. Il gruppo ha visitato il vigneto “Rosarubra”, dove viene adottato il metodo Bio-dinamico di lavorazione e prevenzione dei parassiti con prodotti naturali. L’uva trattata è di alta qualità (molte varietà tra cui uve Cabernet, Savignon). Il proprietario continua le ricerche di vitigni autoctoni che nel tempo hanno meglio resistito alle condizioni naturali del luogo.

Mdl Gennaro Rino Donatelli, Consolato di Pescara

 

Nella foto: le Maestre e i Maestri con i familiari e il Sindaco Francesco Del Biondo e l’Assessore nella Sala del Comune di Pietranico e la guida alla visita del paese