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LA STRAGE DI VIA DEI GEORGOFILI NEL 1993
Trent’anni dopo il ricordo del Maestro del Lavoro Luciano Giannini, allora responsabile della Silfi, società dell’illuminazione pubblica: “Tutta la città al buio, al lavoro in quella lunga notte per riportare la luce a Firenze”
“Ora io, sono in pensione. Ho lavorato quarant’anni in Silfi, dal 1972 a fine 2012. Sono stato decorato con la Stella al Merito del Lavoro, conferita dal Presidente della Repubblica e dal Ministro del Lavoro. Nella sede dell’azienda è tuttora conservato un reperto di questo storico intervento: un pezzo di cavo dell’illuminazione con un frammento di vetro conficcato dentro, proveniente da un lampione ottocentesco di via dei Georgofili
Io Luciano Giannini, responsabile operativo della Silfi spa (società che ancora oggi, con il nome di Firenze Smart-Silfi, eroga a Firenze vari servizi, fra cui l’illuminazione pubblica) e capo turno reperibile nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, fui svegliato dalla chiamata d’emergenza degli operai.
Fui io a organizzare la squadra di pronto intervento che operò in via dei Georgofili, negli attimi subito dopo l’esplosione dove ancora non conoscevamo la causa. Quella notte ero a casa, quando mi avvertirono dalla sede che mancava corrente in varie zone della città. Gli operai di turno erano già sul posto, telefonicamente mi informarono che non potevano accedere all’area per ripristinare la corrente “Prima di noi erano arrivati sul posto i vigili del fuoco, carabinieri e polizia, perché c’era stato questo forte scoppio” . Nessuno ancora non aveva capito cosa fosse realmente accaduto e nel frattempo era stato chiuso e presidiato l’accesso alla zona di Piazza della Signoria, e anche per me era iniziata la lunga notte dei Georgofili.
Mi sono alzato in fretta e ho raggiunto la centrale di Silfi spa in via Dei della Robbia, per organizzare la squadra di turno per andare in piazza della Signoria, c’era tutta Firenze al buio senza corrente. Dovevamo intervenire e di certo non potevamo lasciare la zona della piazza e degli Uffizi al buio. Arrivato sul posto riuscii a parlare con il sindaco e le autorità di polizia per ottenere il permesso di accedere alla zona interessata, via Lambertesca quasi fronte via dei Georgofili dove trovai il quadro interessato della zona distrutto completamente, e dove era caduta la Torre del Pulci.
Ricordi indelebili nella memoria, montagne di macerie forte odore di gas lampioni ciondoloni, ecc. Vidi estrarre dalle macerie una bambina, poi saputo una delle sorelle Nencioni, coperta dal lenzuolo. Rimanemmo scossi da quelle immagini nel buio, ma eravamo determinati a ottenere il nostro obbiettivo e iniziammo a sezionare gli impianti tagliando cavi danneggiati però lasciando poi in sicurezza tutta la zona e garantire l’incolumità a tutti quanti stavano operando. La zona nella notte era illuminata al momento dai generatori fotocellule dei Vigili del Fuoco che non potevano certo bastare per illuminare tutta l’area, nella zona insisteva ancora il forte odore di gas. Non sapevamo ancora cosa fosse accaduto, il nostro obbiettivo era quello di rimettere la luce per poter operare.
Il tempo necessario di sezionare gli impianti, tagliare i cavi danneggiati, mettere in sicurezza gli impianti per tutti gli operatori e intorno alle 3,50 si concluse il primo intervento, con la corrente ripristinata in tutta la città a eccezione di via dei Georgofili e via Lambertesca, un lato di piazza della Signoria e un breve tratto dei Lungarni. Solo la mattina successiva si iniziò a diffondere la notizia dell’esplosione che forse poteva essere stata una bomba e non una fuga di gas come era stato pensato all’inizio. Io rientrato in sede, iniziai subito a organizzare materiali per le squadre che entravano e alle 7 eravamo di nuovo sul luogo del disastro per dare manforte alle squadre già intervenute togliendo vetri pericolanti e altre cose ciondoloni e realizzare, dove mancava, un impianto di illuminazione provvisorio con il solo ausilio di scale a mano portate a mano dagli operai. Tornai a casa solo dopo ventiquattro ore di lavoro dopo aver completato quello che serviva.
Ora io, sono in pensione, ho lavorato quarant’anni in Silfi, dal 1972 a fine 2012, sono stato decorato con la Stella al Merito del Lavoro, conferita dal Presidente della Repubblica e dal Ministro del Lavoro.
Nella sede dell’azienda è tuttora conservato un reperto di questo storico intervento, un pezzo di cavo dell’illuminazione con un frammento di vetro conficcato dentro, proveniente da un lampione ottocentesco di via dei Georgofili.
MdL, Luciano Giannini, Consolato di Firenze
Nella foto: il Maestro Luciano Giannini e il luogo dell’attentato in via dei Georgofili