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1965, TRAGEDIA SUL LAVORO A MATTMARK (SVIZZERA)

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  • Durante la costruzione, a 2200 sul livello del mare, di una grande diga. Tra i morti 56 italiani (17 di Belluno). L’eco della tragedia fu grande. Il lavoro di scavo e sgombero in un ambiente pericoloso, per la minaccia di ulteriori distacchi, vide impegnati anche i compagni dei travolti 
  • Venne proposta la loro nomina a Maestri del Lavoro alla Memoria, ma allora la legge non lo prevedeva per chi lavorava all’estero. Fu approvata la legge nell’ottobre 1965 e con Decreto del 24 novembre 1965 il Presidente della Repubblica nominava Maestri del Lavoro i lavoratori italiani periti a Mattmark

 Nell’estate del 1965 a Mattmark in Svizzera nel cantone dei Grigioni è in fase di costruzione a 2200 m.s.l. una grande diga, 800 sono le maestranze impegnate. Lunedì 30 agosto alle 17,15 dal ghiacciaio sovrastante dell’Allalin una parte dello stesso di circa 2 milioni di m³ si stacca, una valanga di ghiaccio e sassi travolge sotto una coltre in alcuni casi di 50 metri, le baracche, la mensa e le officine del sottostante cantiere.

I morti accertati furono 88: 56 italiani, 23 svizzeri, 4 spagnoli, 2 tedeschi, 2 austriaci e un apolide. L’impatto emozionale fu forte sia in Svizzera come in Italia, che ancora una volta, vedeva i propri emigranti pagare, come a Marcinelle ed in molte altre tragedie, il prezzo più alto.

I morti italiani furono 56, la provincia di Belluno fu la più colpita con 17 vittime assieme al comune di San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza con 7 vittime. La provincia di Belluno che neanche 2 anni prima, il 9 ottobre 1963, aveva avuto 1910 vittime con il disastro del Vajont, altra diga altra frana, era allora una provincia in cui emigrare per lavoro era la regola.

Tra gli inviati a Mattmark il bellunese Dino Buzzati, inviato dal Corriere della Sera, racconta in una corrispondenza del 1° settembre 1965 lo spirito di questi lavoratori, la loro forza la loro tenacia e lo spirito di sacrificio, operanti in un luogo molto vicino ma sconosciuto a ricchi turisti italiani che frequentano la vicina località di Sass Fe. Come detto, l’eco della tragedia fu grande, il lavoro di scavo e sgombero in un ambiente ancora pericoloso per la minaccia di ulteriori distacchi, vide impegnati anche i compagni dei travolti.

Il lavoro di recupero delle vittime fu lungo e doloroso, l’ultima vittima fu recuperata 2 anni dopo. Oltre ai circa 200 giornalisti, affluirono sul luogo politici e delegazioni, straziante fu l’arrivo dei familiari, poveri parenti di poveri lavoratori. Questa ennesima tragedia del lavoro italiano all’estero suscitò emozioni e polemiche nel mondo politico italiano, come detto diverse delegazioni visitarono il luogo della sciagura, nel dibattito parlamentare vennero chieste ed assicurate maggiori tutele da parte del nostro paese nei confronti di tali lavoratori vennero disposti aiuti economici alle famiglie, a riprova del coinvolgimento emotivo, riporto l’intervento alla Camera dell’Onorevole Franco Raffaele colpito in modo particolare dal dolore del padre di uno dei caduti, Pinazza, che non voleva lasciare il luogo del disastro, suo figlio era disegnatore ed egli diceva che aveva fatto sacrifici per farlo studiare ed evitargli la vita di emigrante ma invano. (Camera dei Deputati IV legislatura Atti parlamentari seduta antimeridiana 28 settembre 1965 pag. 17495). Emerse subito la volontà ed opportunità di dare un riconoscimento morale alle vittime.

Viene proposta la loro nomina a Maestri del Lavoro,  e dato che le norme che regolano il conferimento di tale onorificenza non lo permettono viene presentato al Senato nella seduta del  9 settembre 1965 il disegno di legge n, 1348 a firma del Ministro del Lavoro On. Delle Fave e degli Esteri On. Fanfani che ricordando che le norme di legge del 18 dicembre 1952 n. 2389 intende , attraverso il conferimento della “Stella al merito del lavoro” additare alla riconoscenza della Nazione quei lavoratori che abbiano, nel corso della loro attività lavorativa, acquisito particolari meriti.

Tali norme, peraltro, per come sono formulate impediscono allo Stato di onorare coloro che per causa di lavoro hanno sacrificato l loro vita. La recente sciagura di Mattmark ha tragicamente evidenziato tale lacuna cui il presente provvedimento intende ovviare. Da cui il provvedimento di legge ad articolo unico proposto: La decorazione della “Stella al merito del Lavoro” può essere concessa senza l’osservanza dei requisiti previsti dalla legge n.2389 anno 1952, per onorare la memoria dei lavoratori italiani, anche residenti all’estero, periti o dispersi a seguito di eventi di eccezionale gravità determinati da particolari rischi connessi al lavoro in occasione del quale detti eventi si sono verificati. (Senato della Repubblica IV legislatura Disegno di legge n.1348 atti parl. Pag.1347-48).

Tale proposta di legge venne approvata dalle due Camere e promulgata dal Presidente Saragat il 29 ottobre 1965 (Legge 1236 del 29 ottobre 1965 su Gazzetta Ufficiale n.285 del 15 novembre 1965 pag. 5695) ed a seguire con Decreto del 24 novembre 1965 il Presidente della Repubblica nominava Maestri del Lavoro i lavoratori italiani periti a Mattmark. (Decreto del P.d.R. del 24 novembre 1965 su Gazzetta Ufficiale n 323 del 29 dicembre 1965 pag. 6517). Purtroppo, questa norma fu applicata per altre dolorose situazioni (Robiei ecc.) ed infine entrò in maniera organica e definitiva nelle norme per il conferimento del titolo di MdL. (Decreto del P.d.R. del 27 marzo 1967 su Gazzetta Ufficiale n 133 del 29 maggio 1967 pag. 2790).

MdL Giuseppe Colferai, Console di Belluno

 

NOTIZIE SULLA TRAGEDIA DI MATTMARK e sul processo per le responsabilità che ne seguì si trovano su internet e nel libro “Morire a Mattmark - L'ultima tragedia dell'emigrazione italiana” di Toni Ricciardi.

Nelle foto: Il cantiere della diga travolto nel 1965; tre amici, il 29 agosto, tra cui Giancarlo Acquis di anni 20 che era stato mio compagno di classe alle elementari di Borgo Piave Belluno e Decreto del Presidente della Repubblica di nomina di Maestri alla Memoria