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MESSAGGIO DEL PRESIDENTE 1 MAGGIO 2020

Giovedì, 30 Aprile 2020

Care Maestre e cari Maestri,

 stiamo vivendo una situazione che per dimensioni e drammaticità non ha precedenti è come una tempesta disastrosa di dimensioni planetarie che si è scatenata improvvisa cogliendoci impreparati.

 Il mondo con la sua sofisticata tecnologia, con la sua ricchezza scientifica globalizzata, con le attrezzature più avanzate, ha subito – accusando un colpo mortale – l’urto devastante del Covid-19, un nemico silenzioso, inafferrabile che si è diffuso e si sta diffondendo con una rapidità inesorabile, investendo tutti senza differenze di razza, di religione, di formula di governo, paesi ricchi e paesi poveri, altamente popolati o scarsamente popolati.

 Una pandemia devastante che pur coinvolgendo l’intera umanità non ha visto le nazioni, i governi dell’Europa (tantomeno quelli del mondo) agire di concerto, ma anzi evidenziare riscontri negativi, carenze di altri per primeggiare sul palcoscenico internazionale, quasi ad indicare la loro “invulnerabilità”, il loro primato sociale e sanitario per poi frettolosamente rimangiarsi ogni cosa. Si pensi al trattamento riservato alla nostra amata Italia, prima derisa, motteggiata, anche con volgarità becere, per poi accogliere il “modello Italia” come la risposta più consona e comunque da imitare per fronteggiare l’emergenza, avviando conseguentemente un processo di solidarietà, al momento ancora timido.

 Certo i Padri fondatori del progetto Europa già in “sussulto” per  non vedere realizzati a distanza di anni gli elementi fondanti del medesimo, all’agire in ordine sparso nei confronti di questo nemico subdolo ed, al momento, inafferrabile si saranno, come si suol dire, “rivoltati nella tomba”, una volta di più.

Più composta (dopo un iniziale disorientamento), più precisa, più solidale, più competente la risposta dei medici, degli infermieri, di tutti quegli operatori della sanità, delle forze dell’ordine, di quelle aziende dei servizi essenziali che, con professionalità, hanno affrontato di persona un nemico ancora non noto, pagando anche a caro prezzo il proprio servizio professionale.

 Composto, responsabile, nella stragrande maggioranza, anche il comportamento di noi cittadini che sempre più consapevolmente ci siamo adattati al rispetto di regole e privazioni imposte dalla comunità scientifica e dalle istituzioni, manifestando nel contempo una solidarietà a quanti impegnati in prima linea.  Degno di nota, inoltre, il piacevole risveglio di quella identità nazionale, sovente offuscata, che è di buon auspicio per la ripresa, che deve perentoriamente seguire, la tragedia legata al Covid-19, individuando nuove e numerose opportunità di lavoro sostenendo e potenziando quelle esistenti dove però preparazione, laboriosità, meritocrazia divengano fattori imprescindibili.

 Ripresa, sì care Maestre e cari Maestri, ci dovremo riprendere tutti da questo shock, popolo e istituzioni, senza etichette di parte, senza pensare che una componente prevalga sull’altra, ma identificandoci nei valori e nei comportamenti di quegli uomini e quelle donne che hanno scritto la Costituzione pensando al futuro di un Paese meraviglioso quale l’Italia, comportamenti e valori che bene oggi ci vengono rappresentati dal Presidente Sergio Mattarella.

 Noi Maestri del Lavoro siamo abituati a lavorare in squadra, dove chi “più ha più dà”, dove per tutti c’è la soddisfazione dell’obiettivo raggiunto e l’orgoglio di avervi contribuito.

  Il bene comune, la riscoperta della solidarietà, l’esigenza di una “ricostruzione” all’insegna della sostenibilità economica, sociale ed ambientale devono essere direttrici indispensabili alle quali le istituzioni e la comunità sociale, nelle sue poliedriche sfaccettature, dovranno indirizzare la propria azione.

 Il mondo dell’impresa, mondo dal quale proveniamo anche noi Maestri del Lavoro, fornisce esempi straordinari che vanno imitati e, ove possibile, migliorati. Vi sono infatti imprenditori che da tempo indirizzano lo sviluppo dell’azienda sulla linea della sostenibilità economica, sociale, ambientale.

 Questi imprenditori, seguiti da maestranze di altrettanta convinzione, hanno scelto di investire energie e proprie risorse su questi obiettivi, per migliorare senza rinunciare al corretto business, il vivere della comunità, della società tutta.

 Noi Maestri e Maestre siamo sempre stati e continuiamo ad essere parte di questa “squadra virtuosa”, abbiamo prestato, e continuiamo a prestare il nostro servizio, ieri remunerato in termini anche economici, oggi per la maggior parte di noi, remunerato in termini valoriali (si pensi in proposito al sorriso dei ragazzi quando con loro, in aula, svolgiamo la nostra testimonianza formativa o alla sincera condivisione del corpo docente ai nostri progetti).

 Nell’occasione quindi di questa ricorrenza “virtuale” del Primo Maggio, non possiamo far altro che riaffermare il nostro impegno - per quanto le norme/disposizioni delle istituzioni consentiranno nella graduale normalizzazione - verso la nostra mission di grande Associazione, vocata all’essere di aiuto ai giovani nel loro percorso di formazione per mezzo del nostro servizio spontaneo, libero e gratuito di testimonianza. Invitare gli imprenditori virtuosi illuminati a perseverare sulla linea della sostenibilità, le istituzioni a sostenere con interventi legislativi, fiscali ed economici il processo di ricostruzione snellendo lacci e lacciuoli di una burocrazia dilagante e adottare ad esempio i processi operativi attuati per la ricostruzione del ponte Morandi (ulteriore esempio di quell’eccellenza italiana riconosciuta nel mondo) facendoli diventare sistemici. Inoltre avendo cura di potenziare, fra gli altri, due settori che da anni riscontrano riconoscimenti solo verbali: istruzione, che poi è anche ricerca quindi futuro e la sanità che poi è garanzia di salute per tutti.

 Anche noi che siamo abituati più a donare che chiedere ci attrezzeremo, riorganizzeremo la nostra azione e la nostra offerta formativa rimodulandola alla luce di questa terribile esperienza che ci auguriamo possa gradualmente svanire.

 Pronti come sempre a fare la nostra parte, con maggiore prudenza, con  applicazione e rispetto dei protocolli operativi suggeriti, ma sempre disponibili a regalare servizio, sapienza e speranza a chi, come le giovani generazioni, ne ha bisogno per orientare il proprio futuro.

 Un abbraccio virtuale care amiche e cari amici in un 1° maggio altrettanto virtuale, inneggiando a questo nostro meraviglioso Paese che, unito, saprà superare anche questa ennesima terribile prova.

 

                                                                                               Il Presidente

                                                                                               Elio Giovati

 

 Roma, 1 maggio 2020

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