Consolato Provinciale Savona

I Maestri del Lavoro Savonesi a Torino

Sabato, 16 Maggio 2015

Due grandi emozioni Sacra Sindone e Antico Egitto. Un percorso di devozione, raccoglimento, fede profonda. Un pellegrinaggio lento nel mistero cristiano, assieme, quasi in comunione, con decine di migliaia di persone. E successivamente un tuffo nella cultura plurimillenaria dei faraoni egizi e di un grande popolo che ci ha lasciato fondamentali testimonianze per noi ancora tutte da scoprire. Sono questi i due momenti importanti che abbiamo avuto il privilegio di vivere nella gita a Torino organizzata con impegno e perseveranza dal Consolato savonese dei Maestri del Lavoro.

L’Ostensione straordinaria della Sacra Sindone nella Basilica che si affaccia sui Giardini Reali del capoluogo pedemontano, ha dato la possibilità a chi non aveva mai assistito all’evento, di colmare una lacuna profonda. E a chi l’aveva già vista, di ripetere un’esperienza che per molti versi è da considerarsi persino irraccontabile anche ai più credenti. Con una novità veramente preziosa: quella del filmato pre-visita, nel quale l’organizzazione ha previsto un breve e utile filmato per illustrare i punti salienti del prezioso Sacro Lino che per la tradizione cattolica diventò il sudario sepolcrale del Cristo morto. In dettaglio: prima di entrare nella Basilica ci è stato detto “dove” guardare per scorgere volto segnato dalla corona di spine, arti e ferite mortali inferte sul corpo del Figlio di Dio fatto uomo prima della Resurrezione. E il momento più sacro, ossia l’ingresso nella Basilica dopo il lungo percorso obbligato all’interno dei Giardini reali, è coinciso con una sorta di piccolo “miracolo”. Una folla vociante, accaldata, distratta da bancarelle, cibo e acqua, spesso indisciplinata anche di fronte agli accurati controlli di sicurezza, in quel momento sembra cogliere tutta la sacralità, forza della fede, potenza del messaggio del Cristo morto ma pronto alla Resurrezione eterna per tutti i cristiani del mondo. Nella penombra della Cattedrale, con l’officiante a recitare la preghiera dell’Ostensione voluta dal Cardinale metropolita, il gruppo di oltre 500 pellegrini, savonesi compresi, si è come fermata di fronte alla testimonianza unica che solo la Sacra Sindone è in grado di trasmettere a tutti. Una decina di minuti in tutto. Sufficienti.

Una preghiera, per riconoscere i propri peccati di fronte a un immenso dolore di tanti anni fa. O anche solo una riflessione sulla nostra pochezza e miseria umane davanti alla grandezza dell’Uomo. Il pomeriggio seguente è stato dedicato alla visita al Museo Egizio situato nel complesso di Maria Ausiliatrice. C’è subito da dire che per ammirare buona parte dei reperti esposti, ci sarebbe voluta… una settimana. Tuttavia, la bravura della guida messa intelligentemente a disposizione (invece della banale “audio guida”) ha consentito al nostro gruppo di avvalersi di una spiegazione viva e vivace. Dai sarcofagi alle testimonianze delle epoche più remote, dal culto dei morti tanto caro agli antichi egizi, ai lavori di abili artigiani, ai preziosi papiri che dall’Ottocento hanno cominciato a non avere più segreti per gli studiosi mediorientali e occidentali, il Museo egizio di Torino recentemente potenziato e restaurato, si è rivelato un autentico scrigno di tesori culturali senz’altro da ammirare e da approfondire, magari con una successiva visita alla quale dedicare almeno un’intera giornata. Particolarmente pregevoli sono le statue
delle divinità, dei faraoni e dignitari di corte, collocate nell’ultimo tratto del percorso. E, grazie alla “nostra” guida, abbiamo anche appreso che il materiale ancora nei magazzeni del Museo egizio, rappresenta la maggior parte della collezione esistente ora esposta. Una ragione di più per tenere d’occhio ogni “aggiornamento” nelle proposte del Museo e, quindi, eventualmente programmare un altro viaggio a Torino per ammirare le ultime novità.

Angelo Verrando